Brexit, gli effetti sull'economia GB a un anno di distanza

La premier britannica Theresa May da una parte dà e dall'altra toglie. Prima rassicura l'UE sul fatto che i diritti dei cittadini europei attualmente residenti nel Regno Unito non saranno costretti a lasciare la Gran Bretagna a causa della Brexit. Poi però ribadisce che non sarà la Corte europea di Giustizia l'organo competente nel giudicare eventuali litigi sui diritti dei cittadini, perché ci sono i “molto rispettabili tribunali” britannici.Proprio quest'utlimo potrebbe diventare uno dei temi più caldi nella partita tra Londra e Bruxelles.

I due nodi da sciogliere sulla Brexit

brexitRiguardo al primo punto, va sottolineato che oltre 3 milioni di cittadini europei (un quinto di questi giunge dall'Italia) risiedono nel Regno Unito. E' invece un milione il numero di cittadini britannici che risiede sul resto del territorio comunitario. Per questo motivo la questione è molto sentita nell'ambito delle negoziazioni sulla Brexit.

 

Vanno poi risolti altri due nodi, ovvero quello degli impegni finanziari del Regno Unito nei confronti dei suoi partner e le frontiere dell'Unione, in particolare nell'Ulster.

Intanto, a un anno esatto dal voto sulla Brexit, si tirano le somme dal punto di vista economico. Sia pure ben consapevoli che la "vera brexit" si avrà solo alla fine dei negoziati tra Bruxelles e Londra.

I contraccolpi economici

Il contraccolpo più evidente si è avuto sulla sterlina. Il cambio effettivo ha perso il 6,8% il 24 giugno 2016, ovvero il giorno dopo il referendum. Ma anche in seguito la valuta si è mossa in discesa, con i prezzi costantemente vicini alla fascia superiore del indicatore Bande di Bollinger trading. Da quota 87,9 del 23 giugno, L'indice del pound, che misura il valore della sterlina verso le valute dei principali partner, è passato da 87,9 fino a un minimo di 73,8. Lo scorso 19 giugno era a quota 77,6.

 

Tuttavia grazie al solo deprezzamento del cambio, la Borsa di Londra - ricca di aziende multinazionali - ha avuto un grosso beneficio. Queste aziende infatti vedono i loro profitti all'estero in crescita. Non stupisce allora che in un anno l'indice FTse ha guadagnato il 22%. Un manna per chi ha fatto trading binario su questo indice (vedi qui la guida come funzionano le opzioni binarie).

 

Il deprezzamento del pound ha avuto effetti evidenti poi sui prezzi. L’aumento del costo delle importazioni si è direttamente manifestato poi sul procedere dell'inflazione. A giugno 2016 la Gran Bretagna segnava un incremento annuo del solo 0,8%. Oggi siamo al 2,7%. La correlazione tra inflazione e cambio è palese.