Lavoro, sale il numero di occupati (23 mln). Ma non tutto rende felici

Il mercato del lavoro in Italia registra segnali di progresso, ma anche molte ombre. Secondo quanto ha rilevato l'Istat infatti, il numero di occupati è continuato a salire durante il mese di luglio. Sono infatti 59mila persone in più ad aver trovato un posto di lavoro. Su base annua invece l’occupazione è cresciuta di 294mila unità. In totale in Italia è stato superato il livello complessivo di 23 milioni, dati che non si vedevano da prima dello scoppio della crisi (nel 2008 erano 23.081.000).

L'analisi dei dati sul lavoro

lavoroI dati però non sono tutti rose e fiori, perché evidenziano una certa disomogeneità. Soprattutto negli ultimi mesi è aumentato il numero di occupati della fascia d’età over50, mentre per la fascia compresa tra 35 e 49 anni la situazione è molto differente: -116mila occupati in un anno. Ancora peggio il dato sull'occupazione giovanile visto che in un anno per gli under25 sono stati “creati” appena 47mila posti di lavoro in più. Se poi guardiamo alla fascia di età compresa tra 25-34 anni, il numero di occupati è addirittura calato. Il tasso di disoccupazione giovanile è tornato ad aumentare: 35,5% a luglio che ci colloca agli ultimi posti in Europa. Peggio di noi stanno solo Spagna (38,6%) e Grecia (44,4%). Mortificante è il confronto con la Germania, il cui tasso di disoccupazione under25 è appena il 6,5% (dati Eurostat).

 

Altri dati sono degni di interesse. Il tasso di disoccupazione femminile è risalito all’11,3%, mentre è crollato il numero degli inattivi (-115mila unità in un mese), confermando una tendenza in atto da metà 2013. Significa che negli ultimi mesi è aumentato il grado di partecipazione al mercato del lavoro.

 

Inevitabile pensare di fare un bilancio al Jobs Act. Vero è che i numeri sono migliorati (sia pure nelle loro disomogeneità), ma la scossa al mercato del lavoro è stata legata agli sgravi generalizzati. Finiti questi sono crollati i contratti a tempo indeterminato, visto che nel primo semestre dell'anno il saldo dei nuovi rapporti “fissi” si è ridotto, e a giugno la tendenza ha mostrato un saldo negativo. Al contrario, nello stesso primo semestre 2017, c’è stato un forte incremento dei contratti a termine (+477mila). Tutto questo dimostra che contro la disoccupazione c’è ancora molto da fare.