Mercati finanziari, domanda e offerta non contano più. Conta solo l'aiuto di banche centrali e Governi

Il mondo della finanza per come eravamo abituati a conoscerlo ce lo dovremo dimenticare. Almeno per un po' di tempo. Solitamente i mercati finanziari venivano intesi come luogo dove domanda e offerta di strumenti finanziari si incontrano, e in base ad esse si definisce un valore. Quest'ultimo sale se la domanda eccede l'offerta, scende se l'offerta supera la domanda. Ebbene, non è più così.

Cosa tiene a galla i mercati finanziari

mercati finanziariIl valore di mercato non è più solo frutto di dinamiche interne, ma sempre più di fattori esogeni come le banche centrali. L'intervento di queste ultime serve ad evitare che in periodi di grave incertezza, come quelli attuali, si possa generare un enorme repricing di valore per asset finanziari che non sono più supportati dai fondamentali. In sostanza la politica monetaria è diventato uno strumento di protezione del capitale e del risparmio occidentale, che è stato accumulato in asset finanziari che oggi non rispecchiano più il valore reale dell’economia sottostante.

Un meccanismo perverso

Se questo ha salvaguardato molti asset e la stabilità finanziaria di tutti, va detto perché che ha generato un meccanismo perverso. Infatti i mercati finanziari sono totalmente disconnessi dall’economia reale. Purtroppo il Quantitative Easing e gli stimoli fiscali continueranno ad essere necessari per sostenere l’economia, rimanendo l’unico driver di crescita per il prossimo futuro. Questo non impedirà un'ondata di insolvenze e di ristrutturazioni del debito, ma ci saranno ancora costanti interventi pubblici per sostenere impresetoo big to fail”, in sostanza le aziende più famose al mondo.

Debito e politica fiscale

Per risolvere il problema dell'immensa mole di debito che circola attualmente nel sistema occidentale, sarà necessario un lungo processo di ristrutturazione. Questo finirà per incidere sulla crescita dei Paesi, e renderà quest'ultima ancora più dipendente dalla politica fiscale. Sempre meno invece da investimenti privati e consumi. Le banche centrali continueranno a lavorare per evitare il crollo del risparmio, facendo sì che l'economia reale e quella dei mercati rimangano ancora distanti.