Nel primo semestre del 2022, un milione di lavoratori ha lasciato volontariamente il proprio posto di lavoro. Questo dato che viene evidenziato dall'Osservatorio sul precariato dell'INPS, l'Istituto nazionale di previdenza sociale.
Il dato INPS sull'abbandono del lavoro
In base ai dati forniti
dall'istituto, nel primo semestre di quest'anno i lavoratori che hanno volontariamente lasciato il proprio posto sono aumentati del 31,73%.
L'INPS sottolinea inoltre che, nello stesso periodo, sono anche raddoppiati i licenziamenti provocati da problematiche economiche. Sono infatti passati da 135 mila a 266 mila. Sono in crescita anche i licenziamenti dal lavoro per motivazioni disciplinari (+36%), probabilmente riconducibili al contesto disciplinare più rigido durante il periodo del Covid, anche a carico dei lavoratori.
Le motivazioni
È chiaro che lascia spiazzati il fatto che in un periodo di così grande crisi, e di fronte ad una inflazione che riduce il reddito disponibile, così tanti lavoratori abbiano deciso di lasciare il proprio posto di lavoro volontariamente.
Riguardo alle motivazioni di questa decisione, una recente ricerca del Politecnico di Milano evidenzia che le dimissioni originano soprattutto dalla ricerca di ulteriori benefici economici (46%), mentre in un terzo dei casi rispondono all'esigenza di cogliere migliori opportunità per la propria carriera.
Un quarto delle persone che ha lasciato volontariamente il lavoro, l'ha fatto per il maggior benessere fisico o mentale. Un quinto motiva tale decisione con il
perseguimento delle proprie passioni personali oppure beneficiare di una maggiore flessibilità sul posto di lavoro.
La ricerca del benessere economico e fisico
Una indagine dell'Associazione italiana direzione del personale, sottolinea anch'essa che la ricerca di condizioni economiche più soddisfacenti, nonché di un equilibrio migliore tra vita lavorativa e vita privata, rappresenta il primo motivo per maturare la decisione di lasciare il proprio posto di lavoro.