Sappiamo bene che l'inflazione è il grave problema degli ultimi mesi. L'aumento dei costi ha praticamente toccato tutti i settori e tutte le tasche. Ma c'è un prodotto molto apprezzato in tutto il mondo, soprattutto da noi italiani, che ha registrato rincari dei costi anche superiori a quelli dell'inflazione: la pizza.
L'analisi dei maggiori costi
Dei costi di produzione di una pizza se n'è occupata l'agenzia di stampa Bloomberg. Attraverso le rilevazioni dei prezzi fatte dall'Istituto Nazionale di Statistica, riguardanti il mese di giugno, l'agenzia internazionale ha calcolato che per preparare una semplice "margherita" i costi sono cresciuti del 14%.
Si tratta cioè di un aumento più che doppio rispetto al tasso medio di inflazione che c'è in Italia (6,7%).
Perché una margherita è così salata
La voce di costo che ha risentito in misura maggiore dell'aumento dell'olio d'oliva. Il prezzo di questo prodotto è schizzato verso l'alto di oltre il 26% negli ultimi 12 mesi.
Ma l'aumento dei costi ha riguardato praticamente tutti gli ingredienti della famosa "Margherita" napoletana. Basta pensare alla crescita del prezzo della farina di
grano (al dettaglio l'incremento è stato del 6,8%), del pomodoro (in aumento del 12,8%) e anche della mozzarella (i rincari annuali sono nell’ordine del
17%).
Il paradosso
L'incremento dei costi per gli ingredienti di una pizza è stato talmente elevato che si è giunti ad un paradosso: per i clienti finali infatti è più conveniente acquistare una pizza confezionata al supermercato, piuttosto che farsela da soli a casa. Infatti nel primo caso l'aumento del prezzo è stato in linea con quello dell'inflazione, circa il 7%.
Non stupisce quindi il fatto che nell'ultimo anno la grande distribuzione è riuscita a vendere 60.000 tonnellate di pizze fresche e surgelate, con un giro di affari che ha
superato 1,2 miliardi di euro. Del resto secondo la Coldiretti, nel nostro Paese si consumano 2,7 miliardi di pizze all'anno.